Articolo del DOTTOR GIANNI TESTINO (*)
In un’epoca dove il salutismo, la dottrina della dieta sana, il perseguimento di un modello di bellezza imposto dai media o dalla massificazione dei pari assumono forme ossessive, le bevande alcoliche invece rappresentano una componente fondamentale del successo e del benessere delle persone!
L’alcol viene associato alla bellezza, al potere, alla convivialità, alla nutrizione e quindi alla salute!
Quest’ultimo punto è l’elemento cardine dell’ipocrisia di fondo che regola il rapporto delle bevande alcoliche con la società.
È la giustificazione che permette alle persone di consumare la sostanza psico-attiva etanolo che è alla base di ogni tipo di bevanda alcolica.
È l’etanolo che è alla base del vino, della birra e dei superalcolici. È una sostanza tossica, cancerogena, teratogena (danni all’embrione e al feto se bevuta in gravidanza).
In ogni Unità Alcolica sono presenti 12 grammi di etanolo.
Dove si può trovare l’etanolo
Le persone sono convinte che il problema dell’alcol è rappresentato dall’ubriacone, dall’alcoldipendente, dall’alcolista, dall’alcolizzato, dal vizioso…
È un soggetto che crea problemi, che fa consumare risorse economiche alla società, che non ha volontà, ecc.
L’alcol-dipendenza viene identificata come una patologia auto-inflitta che deriva da uno stile di vita scorretto. Insomma, spesso all’alcolista viene detto “te la sei cercata”!
I bevitori “in”, quelli cosiddetti moderati invece sono empatici, cultori della nutrizione raffinata, di classe, di successo, ecc.
La realtà è ben diversa da quella che appare!
L’etanolo secondo la quarta revisione delle indicazioni LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento dei Nutrienti) non è un nutriente, ma una sostanza di interesse nutrizionale in quanto causa aumento significativo del peso corporeo (1 grammo di etanolo corrisponde a 7 Kcal, mentre 1 grammo di carboidrati a 4 Kcal ed un grammo di grassi corrisponde a 9 Kcal).
L’energia che si produce dalla trasformazione (soprattutto nel fegato) dell’etanolo in acetaldeide produce energia non buona che aumenta il peso corporeo.
Tale aumento avviene soprattutto a livello addominale (aumento volume della pancia). Questo favorisce circa 200 malattie differenti. Fra queste le malattie del fegato e quelle cardiovascolari (vedere figura II).
Inoltre, in modo dose dipendente aumenta il rischio di diversi tumori (più bevo peggio è, meno bevo meglio è, se non bevo non corro rischi!).
Anche se difficile da accettare è bene sapere che le bevande alcoliche danneggiano la nostra salute anche a bassi dosaggi!
Importante è saperlo, poi naturalmente ognuno fa quello che vuole!
Alla luce di quanto è stato detto è opportuno affermare che molte definizioni del bere sino ad oggi utilizzate non sono pertinenti in quanto favoriscono di fatto un rischio più o meno elevato.
Tali definizioni da abolire sono le seguenti: assunzione moderata, consumo sensibile, consumo responsabile, consumo sociale, consumo eccessivo, abuso o uso inappropriato di alcol.
Sono definizioni ambigue che favoriscono il consumo di etanolo soprattutto nei giovani e nelle fasce di popolazione più deboli. È indubitabile che l’alcol comporti una serie di effetti piacevoli e che spesso venga assunto proprio per i suoi effetti tossici e soprattutto i giovani perseguono il modello dello “sballo” (binge drinking, cioè bere molto in poco tempo!).
La parola alcolismo è stata eliminata.
Oggi si parla di “disturbo da uso di alcol”. È una patologia che nasce da uno stile di vita sbagliato.
L’inizio della dipendenza da alcol è sempre sociale e poi attraverso un continuum, percorrendo i vari gradi di rischio, può evolvere in addiction (schiavitù).
La persona dopo avere assunto il primo bicchiere non è più in grado di smettere. Non riesce a interromperne il consumo anche se è al corrente che sta rovinando la propria salute e la propria vita.
Le motivazioni sono certamente infinite e ogni paziente come vedremo è una storia a sé.
Rimuovere dalla terminologia la parola alcolismo è estremamente importante. Un passo avanti non solo scientifico, ma come vedremo anche etico.
Senza contare che facilita i nostri programmi di prevenzione nei confronti dei giovani. Il parlare di alcolismo e di addiction allontana dai giovani la percezione del pericolo.
Nessuno di loro pensa di poter correre realmente questo pericolo. L’alcol-dipendenza è un problema estremo che non li coinvolgerà mai!
Parlare di consumo ci permette di affrontare i danni e i pericoli che si possono verificare “subito” e che non vengono percepiti.
Nella stragrande maggioranza dei casi la persona affetta da dipendenza alcolica è semplicemente un malato che va curato e aiutato con pazienza.
Non può e non deve essere considerato uno “che se l’è cercata”.
Ciò potrebbe essere anche vero se le persone avessero avuto le informazioni corrette circa il consumo delle bevande alcoliche sin da bambini. Cos’è l’etanolo, quali sono i danni provocati da questo tossico, come si arriva alla dipendenza?
Quest’ultimo punto è cruciale: come si diventa alcoldipendenti e quando accorgersi di essere diventato, a dire degli altri, un “ubriacone”?
Quando accorgersi di non riuscire a fermare qualcosa che è dentro la nostra mente e che ci spinge a prendere a pugni un uomo solo perché è stato un po’ scortese o a guidare a fari spenti nella notte ed uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede un passo, per ritrovar se stesso…?
È un percorso lungo, difficile e talvolta estenuante da parte delle famiglie.
Il tempo necessario per raggiungere la consapevolezza che si ha un problema con l’alcol e che non si è più in grado di controllarlo talvolta è molto lungo.
Ma quando si raggiunge questa illuminazione è possibile uscirne.
Certamente i farmaci e la psicoterapia sono importanti, ma la vera soluzione la si trova nella frequenza dei gruppi di auto mutuo aiuto.
Tale frequenza per funzionare non deve essere imposta, ma voluta dalla persona sofferente.
A livello di comunità, l’obiettivo principale deve essere quello di ridurre il più possibile il consumo alcolico al di sotto dei 25 anni. Sappiamo che consumare abitualmente alcol al di sotto di tale età aumenta il rischio di scivolare nella schiavitù alcolica sino al 40%.
I problemi alcol-correlati sono innumerevoli.
Seguiranno articoli mirati.
(*) dott. Gianni Testino, Presidente della Società Italiana di Alcologia, Direttore della S.C. Patologie delle Dipendenze ed Epatologia alcol correlata Asl3 e Coordinatore del Centro Alcologico Regionale Ligure